Come scegliere l’amore, consapevolmente?

mano amoreNon v’inganni il titolo di questo post che non vuole assolutamente essere un faro nel buio, ma solo un piacevole input per alcune riflessioni su come cercare, almeno, di vivere un po’ meglio una relazione sentimentale.

Non importa che siate uomo o donna, ma che sappiate ascoltare il vostro istinto e, soprattutto, il cuore. Non vi affidate a delle categorie di pensiero che ci vogliono incasellare entro degli stereotipi, piuttosto create delle relazioni di valore sulla base della conoscenza di voi stessi e della persona che avete scelto. A questo proposito la scelta deve essere naturale e non viziata da condizionamenti o calcoli. Se si agisce con il cuore, la delusione può arrivare per un corso naturale delle “cose” che cambiano nel tempo, sulle quali possiamo eventualmente lavorare sia per accettarle come frutto di un cambiamento, sia per volgerle a nostro favore, cercando di smussarne le criticità. Ma la prima opera di restauro va fatta su noi stessi, non sull’altro.

Io, personalmente, non sceglierei mai come compagno di vita un uomo o una donna per motivi che hanno nulla a che fare con l’amore. Se si sceglie di condividere la vita con qualcuno per paura di restare soli, per colmare un bisogno, “per rientrare nella norma”, o peggio ancora per dimenticare un’altra persona, quindi per chiedere un riscatto alla vita, alla lunga è la vita stessa a presentarci un conto anche molto salato!

La conquista più difficile che ci si può concedere come premio per essere al mondo (detta così sembra una punizione, ma lo spirito è di pura ironia), è quella di imparare a bastarsi, sembra brutto ma è così, imparare ad aspettare di riconoscere i veri segnali di un interesse più profondo, di un piacere che nasce da dentro e che ci pervade senza alcuna costruzione.

Questa può essere un ulteriore tassello di una crescita a due, che punta alla stabilità di un progetto di coppia, ma prima ancora che due, dovremmo divenire ‘uno’.

L’autostima non è un concetto su cui discutere, quanto piuttosto un’abitudine da coltivare, che può richiedere anche anni di duro lavoro, perché la mancanza di fiducia nel sé ha radici molto più profonde di quanto si pensi e cresce come pianta benefica in un terreno concimato intenzionalmente. Anche se la sensazione è quella di non bastarsi, si può cambiare questo approccio limitante con il proprio Io, intervenendo e lavorando sulla scoperta di ciò che riteniamo non ci appartenga per natura. Per maggiori approfondimenti visita il sito della psicologa Eleonora Sellitto, che dedica una sezione alla importanza di avere una buona autostima per mantenere il controllo di noi stessi.

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