Ethereum è una delle più note criptovalute al mondo. Ma, rispetto alla più nota Bitcoin, Ethereum è una valuta piuttosto giovane: il programmatore russo-americano Vitalik Buterin l’ha infatti proposta nel 2013, ed è quindi quasi cinque anni più giovane del Bitcoin.
Buterin è nato nel 1994 e, fin da giovane, si è appassionato alle soluzioni tecnologie. Il che, calato nel mondo criptovalutario, si è concretizzato nella possibilità di creare un sistema, Ethereum, appunto, che utilizzasse la filosofia del “vecchio” Bitcoin, ma con uno scopo e una capacità ben diversa.
Secondo il suo sito web, ethereum.org, “Ethereum è una piattaforma decentralizzata che gestisce contratti intelligenti”: gli smart contract permettono alle persone di creare accordi senza intermediari, in maniera molto flessibile. Ebbene, Ethereum crea questi contratti intelligenti utilizzando la stessa tecnologia blockchain di Bitcoin. E proprio come la blockchain e la rete di Bitcoin convalidano la proprietà di Bitcoin, la blockchain di Ethereum convalida i contratti intelligenti, che le regole codificate tendono poi a eseguire.
Detto ciò, la differenza principale tra Ethereum e Bitcoin è che Ethereum vuole essere il luogo in cui gli utenti eseguono le loro applicazioni decentralizzate. Infatti, il suo obiettivo più prioritario è quello di essere una sorta di “rete decentralizzata” che esegue contratti intelligenti. Di qui, la conseguenza più evidente: altri sistemi criptovalutari possono funzionare sulla piattaforma Ethereum, proprio perché la blockchain di Ethereum forma una rete decentralizzata dove questi programmi possono essere liberamente eseguiti.
In tal senso, Bitcoin è profondamente diverso. La sua piattaforma permette infatti ai miners di competere e risolvere i complicati problemi di matematica che sorreggono la blockchain, ricevendo in cambio dei premi. Di contro, gli stessi miners possono usare la piattaforma di Ethereum come spazio di co-working per creare i propri prodotti e i propri contratti, ottenendo una ricompensa per avere fornito l’infrastruttura in modo che gli inventori possano sviluppare i loro nuovi tipi di prodotti.