I listini europei avviano le contrattazioni della settimana con generalizzati cali, che risultano essere principalmente penalizzati, in particolare, dalle prese di beneficio dopo i decisi guadagni di venerdì, in un contesto di maggiore cautela in vista dei prossimi importanti appuntamenti sia sul fronte delle Banche centrali che su quello dei risultati societari.
A metà giornata, i principali indici del Vecchio Continente presentano flessioni, seppur contenute, con Piazza Affari che si mostra in controtendenza grazie agli acquisti su alcuni titoli bancari; la definitiva ratifica da parte delle rispettive assemblee dei soci all’operazione di fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano sembra abbia allentato per il momento le tensioni sul comparto domestico. Su quest’ultimo restano comunque le preoccupazioni per la ricapitalizzazione della Banca Monte dei Paschi di Siena e per l’esito del referendum costituzionale del prossimo dicembre, la cui conclusione potrebbe creare nuove turbolenze sul fronte politico e generare volatilità sul mercato azionario. In tale contesto, l’indice domestico FTSE MIB tenta nuovamente la violazione della prima barriera posta a 16.600-16.730, che permetterebbe ulteriore distensione di breve sul mercato con allunghi fino a 16.900-17.100, con la chiusura del gap ribassista aperto nella seduta del 12 settembre.
L’impressione è comunque che il settore creditizio continuerà a influenzare fortemente quel che avverrà a Piazza Affari ancora molto a lungo, e che pertanto sarà possibile far dipendere il trend del listino generale da quello del comparto bancario in misura fortemente correlata nelle prossime settimane, e comunque fino a quando le principali grane da affrontare non si avvieranno verso una presumibile risoluzione che, tuttavia, non si avverte come sistemica…