Anche se la settimana non è proprio ricchissima di spunti macroeconomici, negli Stati Uniti si può comunque tirare una buona nota valutativa ricordando che nel Paese si registra in ottobre un rimbalzo particolarmente marcato per la stima preliminare degli ordini di beni durevoli che non solo vedono un incremento ampiamente superiore al consenso (+4,8 per cento mese su mese contro il +1,7 per cento previsto) ma beneficiano anche di una revisione al rialzo del precedente da -0,3 per cento a +0,4 per cento mese su mese.
La variazione robusta dell’indice headline si riflette peraltro anche nell’andamento della voce core con un’accelerazione del dato al netto di beni per la difesa e aeronautica che recupera dal -1,4 per cento mese su mese di settembre a +0,4 per cento mese su mese e alimenta le prospettive di una ripresa degli investimenti nell’ultima parte dell’anno. Sono invece in linea con le attese i segnali dal mercato del lavoro con le nuove richieste di disoccupazione che tornano a crescere nella settimana del 19 novembre passando da 233 a 251 mila unità. L’aumento dei sussidi appare più che altro un fisiologico aggiustamento dopo che le ampie flessioni della settimana precedente avevano portato la statistica ai minimi da quattro decenni.
Nell’area euro la giornata è invece stata contraddistinta dalla buona sorpresa sul rialzo delle stime preliminari dei PMI di novembre, che a livello aggregato, per l’indice composito, hanno fatto registrare una spinta dai 53,3 punti di ottobre a 54,1 punti di novembre, superando così le attese del consenso. In forte accelerazione i servizi e il manifatturiero, con entrambi gli indici ai massimi del 2016.