Abbandonare il dollaro nelle transazioni petrolifere. È quanto avanzato da Alexander Dyukov, direttore generale di Gazprom Neft, una delle principali aziende petrolifere Russe.
Ben il 95% dei clienti dell’impresa russa sarebbe immediatamente disponibile a mettere da parte il dollaro e sostituirlo con l’Euro.
Il motivo è evidente: è una delle conseguenze che sarebbero adottate dalla Russia a seguito delle sanzioni relative alla annessione della Crimea.
É il senso delle parole pronunciate da un autorevole portavoce di una delle più importanti imprese petrolifere, non solo della Russia ma del mondo intero.
In questo modo si cerca di tastare le reazioni in caso di abbandono del dollaro come moneta di scambio del greggio.
Non soltanto dollaro, ma si intravede la rinuncia a tutta una serie di strumenti finanziari adoperati in occidente, come ad esempio le carte di credito VISA e Mastercard.
In questo modo si vuole far comprendere che la vera vittima delle sanzioni non sarà la Russia, ma gli Stati Uniti.
Una tale ventilata ipotesi provocherebbe gravissimi ripercussioni negli USA, soprattutto se in futuro il petrolio non sarà più commercializzato in dollari.
Infatti oggi tutti i paesi del mondo, per rifornirsi di petrolio, sono obbligati a procurarsi dollari, e di conseguenza buon parte di riserve deve essere formata da dollari.
Se il petrolio non sarà più scambiato in dollari, tutte le nazioni dovranno per forza di cose vendere i propri dollari e procurarsi la nuova moneta adoperata per gli scambi del greggio, qualunque essa sia.
La principale conseguenza di una tale azione, sarà il crollo del valore del dollaro, provocando gravissimi problemi economici negli Stati Uniti, dove si registrerebbe una crescita vorticosa dell’inflazione e difficoltà a rifornirsi di petrolio sui mercati esteri. Una catastrofe economica da scongiurare a tutti i costi per il paese guidato da Barack Obama.