Secondo i conteggi effettuati come ogni anno dalla Cgia di Mestre, quest’anno la liberazione degli italiani da imposte e tasse coincide con il 3 giugno. Da tale data in poi, infatti, chi lavorerà lo farà esclusivamente per sè, considerato che fino al 3 giugno (compreso) il lavoro sarà stato effettuato esclusivamente per poter pagare quanto dovuto al Fisco.
Insomma, per i calcoli esemplificativi (ma pur sempre affascinanti) della Cgia, il tax freedom day, il giorno della liberazione fiscale, nel 2016 arriva esattamente dopo 154 giorni di lavoro, ovvero 5 mesi lavorativi su 12 andati in “fumo” in imposte e tasse. Rispetto al 2015 c’è comunque un piccolo passo in avanti: grazie all’eliminazione della Tasi sulla prima casa, infatti, il peso del Fisco è leggermente meno opprimente rispetto all’esercizio precedente, quando il tax freedom day cadde il 7 giugno.
Da 15 anni a questa parte la Cgia calcola questo particolare parametro nello stesso modo: assume in esame il dato di previsione del Pil nazionale, lo suddivide per 365 giorni l’anno, ottiene un dato giornaliero medio, gli relazione il gettito di imposte, tasse e contributi versati dai contribuenti italiani alle casse statali, e ottiene il giorno di liberazione fiscale.
Come ricorda la Cgia nel suo comunicato, rispetto al 2015 il gettito complessivo del fisco è calato di oltre 5 miliardi di euro proprio grazie all’eliminazione della Tasi sulla prima casa, che comporterà per i cittadini italiani un risparmio di 3,5 miliardi di euro. Qualche vantaggio c’è anche per le imprese, che non verseranno l’Imu sugli impianti imbullonati, così come è prevista l’esenzione dell’Imu per i terreni agricoli. Novità anche per l’Irap, e per il super ammortamento al 140 per cento.