Negli Stati Uniti nuove convinzioni di rafforzamento sul miglioramento delle condizioni macroeconomiche e, in particolar modo, sull’evoluzione del mercato del lavoro locale. Di fatti, i dati diffusi negli ultimi giorni hanno sorpreso ampiamente al rialzo per quanto concerne i numeri sui nuovi occupati presso le imprese private. Ma in che misura? E che cosa potrebbe succedere ora?
Fermandoci per un momento sui dati che sono stati diffusi, ricordiamo che nel corso del mese di febbraio, secondo il sondaggio ADP, i nuovi occupati presso le imprese private (dunque, il dato non tiene in considerazione gli occupati nelle strutture delle amministrazioni pubbliche) sono cresciuti di 298 mila unità contro le 187 mila attese dal consenso dei principali analisti finanziari. Peraltro, si noti come sia stata significativa anche la revisione al rialzo per il precedente dato statistico, che ora può passare da 246 mila unità a 261 mila unità, confermando così la forza del mercato del lavoro a stelle e strisce.
A questo punto, è molto probabile che i progressi per la dinamica occupazionale siano in grado di riflettersi anche nei dati ufficiali dell’employment report che, secondo le previsioni di mercato, dovrebbe indicare l’aggiunta di 238 mila buste paga in febbraio e un calo della disoccupazione.
In ogni caso, quel che emerge dalla lettura degli ultimi dati macro economici statunitensi in relazione al mondo del lavoro è che il territorio sia oramai giunto a un contesto di piena maturazione, e di piena occupazione (o di disoccupazione solo fisiologica). Riteniamo dunque che almeno per quanto concerne il lavoro, non vi siano più nuove frontiere da raggiungere, e che i macroeconomisti si limiteranno a dare uno sguardo ad altri indicatori, come ad esempio l’andamento dei salari orari, che potrebbero mostrare nuovi margini di crescita nel prossimo futuro a breve termine.