Nel nostro Paese il funerale è un momento caratterizzato da numerose usanze che si tramandano da lunghissimo tempo. Questo è dovuto in particolar modo al legame tra il culto dei morti della religione cattolica e all’indiscussa predominanza di questa religione in Italia. Nell’ambito dell’organizzazione di un funerale, come suggerito anche da Lastello, ci sono una serie di norme burocratiche da rispettare ma troviamo in aggiunta delle consuetudini di cui parleremo in questo approfondimento.
Perché si mettono le scarpe ai defunti?
La cura del defunto, il lavaggio e la vestizione sono pratiche antichissime che ritroviamo addirittura nei poemi omerici. Tutte le consuetudini che riguardano la cura o la vestizione della salma finalizzate ad accompagnare il compianto all’altro mondo e a vagare in pace.
Il rito della vestizione nostrano è variato leggermente con il passare del tempo e ad oggi avviene dopo il fenomeno del post mortem, ovvero del rigor mortis dopo il quale la preparazione della salma risulta più agevole.
Non c’è una vera e propria spiegazione sul perché si debbano indossare le scarpe se non quella di consentire al corpo di poter vagare durante il suo passaggio all’aldilà. La vestizione viene solitamente eseguita dagli addetti dell’agenzia o dai familiari più stretti in segno di dedizione e rispetto.
La scelta degli abiti è molto importante, soprattutto nelle regioni del sud. Si opta sempre per indumenti a vestibilità comoda e per ciò che valorizza meglio il defunto durante la fase di esposizione alla camera ardente. Tuttavia in molti ritengono che le scarpe non debbano essere indossati dal momento che i piedi vanno incontro ad una dilatazione. In ogni caso solo la parte alta del corpo è esposta ai cari per cui sono tanti quelli che scelgono di non farle indossare.
Cosa non si dovrebbe mettere nella bara di un defunto?
Anche in questo caso sono numerose le scelte che riguardano l’inserimento di oggetti e suppellettili nella bara del defunto. Non ci sono limiti particolari purché non si proceda alla cremazione. Per alcuni risulta importante lasciare al proprio caro gli oggetti a cui erano più legati in vita mentre per altri valgono più alcune consuetudini tramandate nei secoli.
Per esempio c’è quella di coprire gli occhi con le monete per lasciare del denaro al morto per pagare il trasporto oltre la sponda del fiume che separa i vivi dai morti. Si sconsigliano sempre alimenti e gioielli preziosi per evitare problemi di decomposizione e scongiurare atti di vandalismo. Ad ogni modo non esistono precisi limiti come riportato sulle norme del rito funebre in Italia.
Perché si coprono gli specchi in caso di decesso?
La copertura degli specchi è motivata dalla volontà di evitare che l’anima afferri il suo riflesso e se lo porti nell’aldilà. Per altri tale consuetudine eviterebbe che l’anima del morto vagante possa rimanere intrappolata all’interno dello specchio.
Perché facciamo la veglia ai morti?
La veglia funebre è la fase che si verifica prima della tumulazione del caro compianto. È una celebrazione che offre la possibilità a parenti e amici di salutare il caro per l’ultima volta. Esporre il morto in casa è una pratica che sta scomparendo al posto della camera ardente allestita in locali appositi. Se il decesso avviene in casa, tuttavia, tale pratica è ancora celebrata e dura finché l’agenzia funebre non prende in carico l’organizzazione del funerale.