Gli analisti in questi giorni stanno dibattendo sul futuro degli investimenti nei metalli industriali, con diversi esiti ma con un’unica certezza: molto dipenderà da quello che accadrà nel continente asiatico e, in particolar modo, in Cina.
Di fatti, in Cina, le industrie più inquinanti sono proprio le grandi imprese statali nei settori dell’acciaio, del cemento e della petrolchimica. E non è certo un elemento sottovalutabile, in un contesto in cui il governo sta ponendo una forte stretta per quanto concerne i livelli inquinanti dei settori industriali. Si rischia quindi di essere giunti a un momento chiave per la produzione di metalli in Cina, ovvero alla contrazione della produzione a seguito dell’applicazione delle norme antinquinamento, che sarà alla base dello scenario 2018 per i metalli industriali.
Per quanto invece concerne il quadro macroeconomico globale, lo scenario rimane evidentemente ancora piuttosto favorevole, considerate le previsioni di una crescita economica mondiale stabile, a cui la Cina continuerà a dare il proprio contributo, anche in maniera qualitativamente diversa rispetto a quanto eravamo abituati a vedere nel corso degli ultimi anni.
Dunque, gli analisti si attendono mediamente che in assenza di sorprese dal lato della domanda (ovvero, nuove infrastrutture) o dell’offerta (ovvero, nuove interruzioni produttive, come peraltro già avvenuto a macchia di leopardo nel 2017), prosegua il consolidamento al rialzo delle quotazioni, nel breve termine.
I fondamentali rimangono buoni, e dunque gli analisti si attendono dei risultati positivi anche nel 2018.
Naturalmente, il suggerimento di cui sopra rimane fortemente legato alla necessità di aggiornare settimana dopo settimana l’evoluzione del contesto internazionale e – come si è detto – soprattutto quello cinese. Rimandiamo pertanto per ulteriori aggiornamenti ai prossimi mesi!