Nuova proposta di budget negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti l’amministrazione Trump è al lavoro per evitare il deterioramento delle proprie ambizioni politiche. Tuttavia, ancor prima di ciò, vi è una imminente scadenza legata all’approvazione del nuovo budget, saltata la quale il Paese potrebbe attraversare un periodo di particolare criticità, minando alla base l’immagine (già particolarmente pregiudicata) del presidente.

Per questo motivo la leadership repubblicana del Senato sta discutendo alacremente una nuova proposta di budget che includerebbe tagli alle entrate per circa 1,5 trilioni di dollari in 10 anni, e implicherebbe un ampliamento del deficit cumulato per un ammontare ancora non definito.

Alla luce di quanto sopra, sembra pertanto che una volta abbandonata l’ipotesi di attuare una riforma tributaria senza effetti sul deficit; nel caso in cui ci siano effetti netti sul fabbisogno nell’arco dei 10 anni, una parte dei tagli delle imposte possa essere di natura transitoria, e scadere alla fine del decennio incluso nel budget. Chiaramente, una simile riforma sarebbe molto meno incisiva rispetto a un taglio strutturale, e andrebbe così a minare la credibilità delle azioni dell’amministrazione Trump, peraltro già messe a durissima prova, più volte, quest’anno.

Inoltre, una riduzione di entrate intorno a 1,5 trilioni di dollari in 10 anni, richiederebbe un significativo ampliamento della base imponibile per poter includere la riduzione di aliquote indicata nelle proposte diffuse quest’anno, sia dal presidente sia dal partito repubblicano.

Ad ogni modo, l’approvazione di un budget alla Camera e al Senato (sebbene non sia vincolante per la mancanza di una maggioranza qualificata al Senato) rappresenta una condizione necessaria per poter utilizzare la procedura di “reconciliation” e procedere così con la riforma tributaria senza bisogno dei voti democratici.

Vedremo nei prossimi giorni in che modo la leadership repubblicana saprà muoversi nelle aule del Senato, e se arriverà al risultato ambito.

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