Il medico del lavoro si occupa di medicina preventiva, volta quindi a limitare lo svilupparsi di patologie, correlate al ruolo lavorativo che un soggetto svolge nel quotidiano. Per poter praticare come medico del lavoro è necessario essere in possesso di specifiche qualifiche, sia dal punto di vista della carriera universitaria, sia per ciò che concerne le autorizzazioni rilasciate dal Ministero della Salute.
Dalla laurea alla professione
Stiamo quindi parlando di una professione per la quale è necessario effettuare uno specifico e preciso corso di studi. Inizialmente, come accade per qualsiasi altro medico in Italia, è necessario conseguire la laurea in medicina. Diventare medico del lavoro a Milano è però poi una questione correlata anche alla specializzazione, ottenibile nel corso di alcuni anni di esperienza lavorativa. Esiste una specifica specializzazione in medicina del lavoro; sono considerate però equipollenti per poter diventare medico del lavoro anche le specializzazioni in medicina prevendita dei lavoratori e psicotecnia, medicina legale, igiene industriale, fisiologia e igiene del lavoro, clinica del lavoro o anche tossicologia industriale. Periodicamente il Ministero della Salute individua ulteriori specializzazioni che possono essere utili per il medico del lavoro. È inoltre necessario essere in possesso di apposita autorizzazione da parte del Ministero della Sanità, prevista dalla legge sin dal 1991.
Chi nomina il medico del lavoro
In tutte le questioni che riguardano l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali e la medicina preventiva sul posto di lavoro, è il datore di lavoro stesso ad avere le principali responsabilità. È quindi proprio il datore di lavoro che sceglie il medico del lavoro e lo nomina quale addetto alla vigilanza dello stato di salute dei propri dipendenti. In seguito si deve anche preoccupare, insieme con il responsabile del Servizio di prevenzione e protezione e con il medico competente, di stilare una valutazione dei rischi per ogni ambito lavorativo aziendale. In alcune realtà tale valutazione è specifica per ogni singolo lavoratore; in altri casi è suddivisa per mansione.
Cosa fa il medico del lavoro
Grazie alle indicazioni presenti nella valutazione dei rischi il medico del lavoro è in grado di stilare un protocollo, che permette di effettuare quella che legalmente è indicata come sorveglianza sanitaria sui dipendenti di un’azienda. In pratica si preoccupa di effettuare regolari visite, con eventuale prescrizione di esami diagnostici, volte a verificare che l’attività lavorativa del singolo dipendente non abbia intaccato in qualche modo il suo stato di salute. A tale scopo il primo passo è quello di verificare l’idoneità al lavoro del singolo addetto, tramite una visita medica preventiva. In seguito tale visita potrà essere ripetuta più volte nel corso del tempo, con una frequenza che deve essere almeno quinquennale, per chi ha meno di 50 anni; annuale per gli addetti che superano tale età.
La visita medica preventiva
Il medico del lavoro effettua visite mediche specifiche, che riguardano i rischi che il lavoratore corre nel corso del proprio turno lavorativo. Non si tratta quindi di effettuare un comune chek up, per valutare lo stato di salute del singolo, quanto piuttosto di verificare particolari problematiche, correlate al lavoro. Tale visita deve essere effettuata anche alla cessazione del rapporto lavorativo.